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Hervé Paraponaris Exposition du 1er au 6 mai 2006 Hervé Paraponaris : le pont entre les choses Hervé Paraponaris est dessinateur, sculpteur et peintre. Il entreprend ensemble ces trois modes dexpression, sans hiérarchie, sappuyant sur lun pour développer lautre. Ses matériaux sont variés. La base de départ est là, dans limaginaire extrait des éléments. Il suffit délever ou déveiller le matériau à, tout à la fois, une image et une sensation. Cest son environnement quHervé Paraponaris transcrit à une autre échelle, construisant des rapports du grand au petit, de la nature à son relevé, du regard à la mémoire, avec pour modèle, non pas une figure, mais lintimité même de ces échanges. Comment ce que lon construit fragilise son propre corps jusquà la plus extrême mais aussi la plus cassante réceptivité. Le corps écoute tandis que la main répare. Hervé Paraponaris a besoin de ce rapport tactile. Il lit le monde en braille et de près. Il faut entrer dans le paysage. Le point de distance est à lintérieur du corps. Parce quil sagit de main, il nest pas question dentendre une habileté ou un bien faire. Sinon quici, elle gouverne entre les écueils : lisibilité trop appuyée, elle sen garde, pas de démonstration, émotivité, oui, dans la leçon des choses, dans lapprentissage dun savoir personnel, dune confrontation à la nature, autrement elle change de bord. Cest linstrument de la rectification, des pansements qui laissent passer lair. Cest aussi linstigatrice des dégâts au devant desquels elle saffaire. Frédéric Valabrègue, Hervé Paraponaris: il ponte tra le cose Hervé Paraponaris è disegnatore, scultore e pittore. Egli intraprende insieme questi tre modi d'espressione, senza gerarchia, appoggiandosi alluno per sviluppare l'altro. I suoi materiali sono svariati. Il punto di partenza è là, nellimmaginario estratto dagli elementi. Basta risvegliare o sollecitare i materiali per avere, allo stesso tempo, un'immagine ed una sensazione. È il suo ambiente che Hervé Paraponaris trascrive in un'altra dimensione, costruendo dei rapporti dal grande al piccolo, dalla natura alla sua annotazione, dallo sguardo alla memoria, avendo per modello non una figura ma l'intimità stessa di questi scambi. Come ció che viene costruendo, rende fragile il suo corpo fino alla ricettività più estrema e delicata. Il corpo ascolta mentre la mano ripara. Hervé Paraponaris ha bisogno di questa relazione tattile. Legge il mondo in braille e da vicino. Bisogna entrare nel paesaggio. Il punto di distanza è all'interno del corpo. Poiché si tratta di mano, non è in questione il trattare di abilità o di ben fare. Se non che qui ella governa tra gli ostacoli: leggibilità troppo sostenuta, se ne guarda, non una dimostrazione, emotività, sì, nella lezione delle cose, nell'apprendistato di una conoscenza personale, di un confronto con la natura, altrimenti cambia registro. È lo strumento della rettifica, delle bende che lasciano passare l'aria. È anche l'istigatrice dei danni davanti ai quali si dà da fare. Hervé Paraponaris tiene la sua ambizione alla larga dai discorsi, non un'analisi. Essa non è traducibile con termini diversi da passaggi, ponti, rinvii da unopera all'altra. Prosegue, così, ciò che si definisce una presenza disgiunta dalle istruzioni per l'uso. Le operazioni che utilizza non contengono in sé stesse le proprie finalità. Sono gli strumenti per conquistare ció che lo circonda, le modalità per un'appropriazione affatto letterale. L'immaginario si mescola. La conoscenza del materiale è surclassata dalle immagini che suscita. È una conoscenza privata, ma che ha l'ambizione di abbracciare allo stesso tempo il mondo e la sensazione che esso procura. Non si tratta di azzerare. Si tratta di superare gli stati danimo di fin di secolo, la litania delle constatazioni, delle tautologie, per guardare dal lato del mattino. Frédéric Valabrègue, |
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